sabato 2 marzo 2013

Ufficio timbri

Fantaparodia, 1600 caratteri, versione 1.0


UFFICIO TIMBRI
di
Leonardo Boselli


Anatolj Zaitsev lavorava da quasi 50 anni all’ufficio timbri dell’Anagrafe di Uralik, il capoluogo della regione. Prendeva servizio alle otto del mattino e per otto ore timbrava ogni genere di certificato: di nascita, di assunzione, di matrimonio, di licenziamento, di divorzio, di morte. Ogni documento aveva un timbro apposito, che gli attribuiva la necessaria validità, e lui aveva sviluppato una naturale predisposizione a scegliere quello giusto. Per questo il Partito lo aveva selezionato per quel lavoro.
Un giorno Anatolj calcolò che nella sua vita aveva apposto quasi mezzo miliardo di timbri, anzi arrivò a stabilire il giorno e l’ora esatta in cui avrebbe stampigliato il suo cinquecentomilionesimo: sarebbe avvenuto quel venerdì. Gli era proibito leggere le carte, doveva solamente determinarne la natura dall’intestazione e scegliere la stampigliatura corretta, ma per quell’unica volta nella sua vita si ripromise di leggere quel fatidico documento.
Il mattino del venerdì fremeva nell’attesa, finché non arrivò l’ora cruciale. Subito afferrò la carta che aveva appena steso sul tavolo e ne lesse avidamente il contenuto: “Richiesta di pensionamento forzato per Anatolj Zaitsev. La dirigenza ordina le dimissioni dell’impiegato per raggiunti limiti d’età e ne suggerisce il trasferimento in una casa di riposo presso Kalingrad in Siberia.
Per la prima volta, dopo 50 anni di servizio, Anatolj distrusse un documento invece di timbrarlo. Gli capitò solo quella volta, mai più fino alla morte, che avvenne serenamente dopo altri vent’anni di servizio.

F I N E

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