Il cielo è di un intenso colore azzurro; piccole nuvole dai bordi rosa stanno sospese come in attesa del calar della sera, la natura che si appresta a un nuovo passo del suo eterno girare. Tre uomini percorrono la curva di strada che da Castel San Giovanni porta a Corte Nuova e giungono in vista della locanda, la polvere che ricade secca attorno ai loro piedi.
— Qui potrà andare bene — dice Giuliano osservando un garzone intento a inseguire il pollo che dovrà finire nel pentolone della zuppa. L’animale sembra più scaltro del giovane; saltella, corre e guizza, ed è sempre fuori portata.
— Siamo sicuri sia meglio arrivare tutti e tre assieme e non uno alla volta? — chiede Tommaso dandosi una sistemata al saio, le mani che tirano il panno grezzo come se potessero farlo diventare nuovo.
— Certo. Ne abbiamo già parlato. Siamo noi con le nostre azioni a creare la nostra fortuna. Insieme avremo voce più autorevole. E poi è l’Imperatore che lo vuole — risponde Malberto passando una mano sulla tasca in cui riposa un documento arrotolato... (continua)
Commento
- Antefatto
Un bel racconto già apparso nella macelleria B del terzo turno della Royal Rumble 2011. Per giunta si tratta proprio del vincitore di quel memorabile turno (memorabile se non altro perché ha visto la mia uscita di scena dal torneo).
In quell'occasione non l'avevo apprezzato rispetto ad altri racconti apparsi in quell'edizione, ma questa versione rivista e corretta mi ha convinto molto di più. Si vede che la rilettura (di un testo comunque revisionato) ha fugato i miei dubbi.
Ho controllato con WinDiff le differenze rispetto al testo che avevo già letto e, in alcuni punti, sono davvero notevoli. Questo significa che l'autore non si è limitato a riproporre un racconto che aveva già avuto un discreto successo, ma lo ha rielaborato, probabilmente facendo tesoro delle osservazioni ricevute a suo tempo, e ne ha ricavato un testo più solido e, a mio giudizio, più convincente. - Quarta di copertina
Che cosa può spingere a sopravvivere a tutti i costi in un mondo ormai in disfacimento? C'è chi si aggrappa alla fede in un mondo ultraterreno e chi si affida al proprio rigore morale; altri invece si lasciano soggiogare dalla lussuria e da altri vizi; alcuni infine non si lasciano prendere dalla disperazione perché vedono nelle disgrazie altrui una possibilità per arricchirsi e soddisfare i propri istinti, abbracciando ciecamente la filosofia del Carpe Diem fino alle estreme conseguenze. Ma a cosa può portare un comportamento così abbietto? Non abita più la giustizia tra gli uomini deturpati dalla peste? - Trama
Tre imbroglioni attraversano un mondo terrorizzato e abbrutito, in cui la pestilenza ha mietuto le sue vittime. Ne approfittano quanto possono, spacciandosi per ciò che non sono, incaritati dell'imperatore a vigilare sul contagio, e approfittano della loro posizione per soddisfare i loro più biechi istinti. Ma alla fine l'inganno viene smascherato e i tre gaglioffi ricevono la giusta punizione per le loro malefatte. - Personaggi I personaggi sono delineati a sufficienza, anche se non spiccano tra la folla delle comparse. Solo Giuliano, che si lascia andare alla lussuria, si trova a un livello superiore agli altri. Infatti Tommaso e Malberto, pur svolgendo adeguatamente il loro lavoro, risultano piuttosto anonimi: sembra che non abbiano motivazioni forti che li fanno agire. Nonostante questo, gli scambi di battute ricordano certe novellle del trecento e contribuiscono a trattegiare la figura dei personaggi più di inefficaci "introspezioni psicologiche".
- Struttura La vicenda si svolge in tre momenti, che coincidono con le fasi di diffusione della peste. In apparenza la conclusione può non sembrare all'altezza col resto del racconto, perché pare introdurre una morale che non è necessaria nell'economia del racconto. Più che altro, però, quello che si nota è la mancanza di quel guizzo in più che avrebbe reso il racconto davvero memorabile.
- Ambientazione Inutile dire che l'ambientazione, sia per la materia della narrazione (la peste) che per il periodo storico vero e proprio (metà del trecento), sembra tratta da una compilation di novelle del Boccaccio. Anche certe situazioni in cui si ritrovano i personaggi non fanno che sottolineare questo parallelo. Un limite è insito proprio nel parallelo che il lettore, magari involontariamente, può fare, perché i dialoghi, non risultano abbastanza "invecchiati", e perciò l'atmosfera complessiva può apparire a qualche palato fine un po' troppo artificiosa.
- Stile
Lo stile è molto pulito sia nella narrazione che nei dialoghi. L'eccesso di pulizia che avevo notato nella prima versione, non mi sembra più così accentuato. Questa volta ho avuto l'impressione che anche i dialoghi fossero "sporchi" a sufficienza così come le descrizioni dei comportamenti censurabili, che sono in effetti adeguatamente esplicite. - Conclusioni
Un racconto che si lascia leggere e non fa gridare al miracolo, però risulta ben costruito e godibile in molte sue parti. Per fare un salto di qualità più consistente, sarebbe opportuno lavorare sui dialoghi per aggiungere loro quella patina di antichità che li renderebbe più efficaci. Sarebbe poi opportuno trovare una conclusione più originale, una trovata, che purtroppo non so suggerire e che eliminerebbe quella morale poco soddisfacente del "polvere eri e polvere ritornerai... e non importa ciò che fai nel mezzo, che tanto è uguale".
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