lunedì 23 maggio 2011

Skannatoio III: "L'ultima notte di Gianni lo storpio" di Redrum_7

Recensioni della III edizione dello Skannatoio de La Tela Nera.
Il pub Dark Zone si trova in fondo a via della Libertà, nei pressi di piazza dei Mille. Non è molto grande ed è situato in un seminterrato, per raggiungerlo occorre scendere alcune scale metalliche. Il proprietario, Carlo Lambruschi, per gli amici Bob, è un uomo che sa ridere, sa ascoltare e sa anche farsi i cazzi suoi, se vuole. Porta con orgoglio i dread e da quando ha aperto il Dark Zone è diventato un punto di riferimento per chi bazzica quella zona.
Nel locale oggi suona una band locale, i Walleyes. Fanno un misto di musica punk e folk, ma ai frequentatori del pub non sembra importare più di tanto. Ognuno è impegnato nei propri affari, ovvero nei propri boccali e drink. Bob, chiamato così in onore della sua indimenticabile interpretazione da ubriaco della raccolta “Legend” di Bob Marley, serve birre e cocktail, osserva di tanto in tanto il piccolo gruppetto formatosi sotto il palco in legno e volge lo sguardo senza troppa attenzione al resto della stanza. I tavolini sono quasi tutti pieni e un secondo gruppo di persone si sta formando nei pressi del bancone.
È una buona notte oggi, pensa mentre versa un Black Russian a un ragazzo... (
continua) 

Commento

Il racconto soffre della mancanza di tempo ed è un peccato perché ha sicure potenzialità. È di certo il caso di riprenderlo con più calma, magari sfruttando i suggerimenti di questo Skannatoio, per riproporlo in un USAM, per esempio, in una veste più definitiva.
Nel complesso non ho apprezzato il tono troppo "raccontato" che penalizza la storia. Sarebbe meglio far vedere certe scene con una descrizione delle azioni più vivace e meno lineare. Il tono del racconto infatti stona con certi dialoghi piuttosto grezzi (per i contenuti, non per come sono realizzati).
L'ambientazione è a volte molto focalizzata, mentre in altre un po' vaga. Ci sono infatti descrizioni minuzione, forse troppo a volte, mentre in altri casi si lascia molto all'immaginazione del lettore (il che non è sempre un male). I personaggi invece non hanno il necessario spessore perché il lettore senta la voglia di seguirne le vicende.
Con più tempo a disposizione la conclusione diventerà di certo più chiara.

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