lunedì 10 ottobre 2011

Skannatoio V: "Zanne d'acciaio e cannoni al plasma" di Peppino1982

Recensioni della V edizione dello Skannatoio de La Tela Nera.
Il Thunder Lion penetra la termosfera come una meteora ardente. La discesa del bombardiere è stabile. Sotto un cono d’ombra ricopre intere città. Le sue ali portano la notte. Il pilota vede allargarsi a terra la lingua d’atterraggio. Plana sulla pista come un condor seguendo le tracce luminose. Tocca il suolo, le ruote stridono. Percorre frenando ancora cinque chilometri. Si arresta e sputa fuori un ufficiale.
Un blindato lo rimangia e rimette in moto i propri cingoli. Nell’abitacolo del mezzo in viaggio si sente il rumore del bombardiere intergalattico ripartito per flagellare mondi lontani. Il veicolo attraversa una lunga strada circondata da una foresta di sequoie giganti e alla fine giunge a destinazione.
Il colonnello Razzar salta fuori e avanza deciso. Ha un sacchetto di noccioline in mano. I suoi molari triturano implacabili. Sputa una poltiglia giallastra al suolo e getta lontano le arachidi. Davanti a lui si erge la Gaenna. Non ha tempo da perdere. È già all’ingresso. Lo varca abbattendo i cancelli con un pugno. Numerose guardie rimangono al suolo schiacciate dalle porte. Afferra per le zanne il direttore lì impalato e lo butta a terra... 
(continua

Come è noto, lo Skannatoio è un concorso letterario on-line organizzato da La Tela Nera. In questa edizione, la quinta, dodici autori si sono scontrati a suon di classifiche con un racconto su un'impronta insolita e su una scena di panico catastrofica, il tutto in 25k caratteri.

Amarcord
Ero un bimbo quando l'Italia fu invasa dai cartoni animati giapponesi che narravano le gesta di Mazinga Z, Gundam, Goldrake, Jeeg robot d'acciaio, Daitarn III e chi più ne ha più ne metta. Ammetto d'aver seguito più d'una di quelle saghe e mi ci ero moderatamente appassionato.
Di recente ricordo di essermi chiesto come avrebbe potuto essere un racconto di fantascienza che riprendesse il genere dei robottoni e ne descrivesse le gesta. Senza il supporto delle immagini e dei suoni, solo attraverso la parola scritta, non deve essere facile, mi dicevo. Il racconto di Peppino1982 me lo ha dimostrato.

Quarta di copertina
Una meteora si abbatte sul Madison Square Garden seminando morte e distruzione. Ma si tratta davvero di una meteora? Dopo alcuni attimi di disorientamento la folla si accorge che New York e l'intero pianeta sono in balia di una sciagura ben più terrificante. Riusciranno gli esseri umani a fronteggiare un popolo di giganteschi guerrieri pachidermiformi, o soccomberanno sotto la loro schiacciante potenza di fuoco?

Trama
Il racconto ci presenta un mondo alieno popolato da creature di enormi dimensioni. All'inizio sembra di trovarsi di fronte a una vicenda in cui si consuma una non ben specificata vendetta. Uno dei protagonisti, Loxodonta, è tenuto prigioniero, per non meglio precisati motivi, e sembra in balia di un altro personaggio, Razzar, che si vuole vendicare, o almeno così dichiara lui, per non si sa quale ragione. Si scopre però che il tentativo di vendetta era solo un espediente per liberare il prigioniero, che viene quindi catapultato sul pianeta Terra, dove semina morte e distruzione. I suoi inseguitori cercano di eliminarlo, ma cadono vittime di tremende esplosioni a livello planetario. Il traditore è ancora Razzar: con Loxodonta si è impossessato della Terra e userà il pianeta come base per minare le fondamenta della Federazione di cui fanno parte.
La trama non è molto semplice da seguire. A parte la complessità intrinseca, l'avvenimento cruciale, cioè il tradimento di Razzar, in combutta con Loxodonta, viene introdotto senza alcuna apparente motivazione. Purtroppo neppure la conclusione risolve pienamente la questione, infatti tutto termina con un cliffhanger che richiede un successivo episodio, visti i punti importanti rimasti irrisolti. La storia, rimasta aperta, sembra non essere del tutto compiuta.
Un'altra pecca della trama consiste nell'arbitrarietà di certi eventi. Perché Loxodonta sceglie proprio la Terra? Perché Razzar decide di allearsi con lui e di liberarlo? Ma soprattutto perché Loxodonta è in carcere? Sono tutti punti che richiederebbero qualche accenno in più, senza per forza rovinare la suspense, ma per calare maggiormente il lettore nella storia e non per lasciarlo in balia di un tirare a indovinare che lo lascia insoddisfatto.
Per il resto, la storia di per sé non è male. Soprattutto per quanto riguarda l'ambientazione del mondo alieno.

PersonaggiGli alieni antropo-pachidermiformi sono tutti piuttosto simili nelle loro caratteristiche fisiche e sono ben descritti nella loro fisicità prorompente e distruttiva. Non è facile illustrare a parole il movimento di un essere di quelle dimensioni, e nel racconto si è fatto il lodevole tentativo di mostrare, più che raccontare, quel gigantismo. Non era però facile mantenere per tutto il racconto lo stesso livello e talvolta si tende a dimenticare d'avere a che fare con dei giganti. In questi casi, l'uso di verbi specifici aiuta, e in alcune parti il tentativo è riuscito.
Se la fisicità è una caratteristica comune agli antropo-elefanti, ben diversa è la questione dei caratteri. È interessante il confronto tra Razzar e il direttore. Il primo domina sia fisicamente che psicologicamente il secondo, e la scelta di portare avanti di pari passo le umiliazioni corporali con quelle psicologiche è azzeccata. Ne risulta un quadro molto netto, chiaro, di come funzioni il mondo di quegli alieni, in cui la potenza distruttiva esercitata nel dominare gli altri è allo stesso tempo una nota caratteriale.
Razzar è definito dal suo dinamismo, da come prorompe nella scena; il direttore è delineato dal suo avere sempre la peggio; invece Loxodonta non è ben inquadrato psicologicamente. In prigionia dimostra una tempra inossidabile, sulla Terra rivela una colossale potenza di fuoco, ma alla fine non si scopre di lui molto altro. In confronto a Razzar ha poco spessore.
In conclusione, la resa dei personaggi è adeguata alle difficoltà del compito: cercare di rendere un personaggio, che di solito il lettore si figura di dimensioni a "misura d'uomo", nelle sue reali dimensioni. Magari il risultato non è del tutto riuscito, ma i passi verso la giusta direzione sono stati fatti.
Un accenno ai personaggi "umani": il Presidente. Il conflitto interiore che lo porta al suicidio è solo accennato. Poteva essere l'occasione di presentare un personaggio con cui il lettore potesse empatizzare, come attivo antagonista di colossi disumani, ma la sua apparizione è stata troppo fugace, per quanto le possibilità di fargli acquisire spessore e importanza ci fossero tutte.

StrutturaNonostante la trama contorta e, in certi aspetti, irrisolta. La struttura del racconto è lineare. Non ci sono flashback che spieghino ciò che è avvenuto o cosa accadrà. In questo racconto sarebbero stati davvero l'ideale per chiarire ciò che invece è dato per scontato. Sarebbe stato bello un flashback che spiegasse perché Loxodonta è in prigione: dopo aver catturato il lettore con un incipit molto dinamico e aver lasciato crescere la storia con il richiamo irresistibile di una vendetta, è un peccato scoprire che era solo una finta. Dopo aver accusato il colpo, il lettore si aspetta che qualcosa di avvincente catturi la sua attenzione, oppure che qualche retroscena venga rivelato, altrimenti si può sentire tradito o preso in giro.

AmbientazioneCome dicevo, il tentativo di mostrare che la scala in cui si svolgono gli avvenimenti non è la nostra, ma di qualche decina di volte più grande, è lodevole. Il trucco scelto per ottenere l'effetto è quello di accentuare il dinamismo di alcuni movimenti. Però l'agilità di Razzar provoca spesso l'effetto contrario. Forse in certe scene si sarebbe dovuto sottolineare l'inerzia di quei corpi, proprio per accentuarne la pesantezza. L'effetto comunque è ben reso nei contatti dei pachidermi tra di loro e con l'ambiente. Mentre sul pianeta alieno certe frasi hanno un effetto di straniamento (si intuisce che qualcosa è fuori dimensioni, ma forse non lo si coglie pienamente), la cosa diventa evidente quando Loxodonta giunge sulla Terra. A quel punto diventa più facile e la "scena di panico" risulta in parte efficace anche grazie alla descrizione delle tremende conseguenze che i movimenti dell'alieno provocano su ciò che lo circonda.
L'ambientazione terrestre non presenta particolarità degne di nota. È piuttosto standard: abbiamo già visto King Kong e Godzilla muoversi a New York e non sempre Loxodonta riesce a rievocare pienamente quelle scene.

StileLa scrittura è a tratti spezzettata. Frasi brevi e un uso smodato del punto fermo sono efficaci, ma possono stancare se non si cambia tono per gran parte del racconto. Lo stesso vale per la scelta del tempo presente: dona immediatezza all'azione, ma mi sarebbe piaciuto trovare qualche frase al passato, un ricordo, un flashback, un qualcosa che interrompesse il flusso continuo del presente.
Una frase che si sente citare spesso: "show, don't tell", È un mantra che si ripete, qualche volta anche a sproposito, ma in questo caso mi sembra azzeccato. Una frase a caso: "È una scena sconvolgente per le persone lì assiepate". Nelle frasi precedenti avevi già mostrato gente sconvolta alla vista di ciò che stava accadendo, perché spiegarlo al lettore che lo ha già capito assistendo alla scena? È come appiccicare al quandro di una natura morta una terghetta con scritto "natura morta": perché mi distrai facendomi leggere qualcosa che avevo già capito facendolo passare per fondamentale?

Orme del terroreDi impronte ce ne sono parecchie e abbastanza terrorizzanti. E poi c'è anche un "enorme cratere segna come un’orma gigantesca", che è una bella immagine.

Scena di panicoIl panico descritto in questo racconto è piaciuto a parecchi, a giudicare dal numero di punti bonus collezionati. Non ho un metro per giudicare gli altri racconti da questo punto di vista, ma più che la scena di panico in sé, mi è sembrato che fosse efficace l'azione devastatrice di Loxodonta. D'altra parte cosa c'è di meglio di un enorme pachiderma corazzato e armato fino ai denti che fa strage di minuscoli esseri umani? Oltre all'immagine delle impronte lasciate ricolme di cadaveri schiacciati, abbastanza truculenta, c'è anche il tempo per sdrammatizzare, ed è un'ottima scelta in scene così estreme, col lancio delle cheerleaders a canestro, tanto per fare un esempio.

ConclusioniL'idea del racconto mi è piaciuta e, rispetto ad altri tuoi lavori, mi sembra un bel passo avanti. È entrato nella cinquina grazie ai punti bonus della scena di panico, ma ciò seignifica che comunque era a ridosso dei migliori e sopra la media. Le pecche le ho già evidenziate: una trama che non risponde a tutte le domande che suscita, e un tentativo di rendere visibili situazioni insolite riuscito in alcune parti, ma in altre ancora troppo raccontato.
Per il personaggio di Razzar così scolpito e per la scena di panico distruttiva mi sento di dare qualcosa in più della stretta sufficienza.
Potresti riprendere il racconto tra qualche tempo, quando certe parti ti verrà naturale limarle senza soffrire troppo, e magari incastonare la vicenda tra altre sequenze per offrire al lettore un'esperienza più completa e appagante. A quel punto perché non riproporlo in altri concorsi che sono in questi paraggi? Anche a te un grosso in bocca al lupo! :woot:

Voto: 6 +

0 commenti:

Posta un commento